Road to Rome 2021 – 3200km a piedi per il rilancio della Via Francigena
L’iniziativa dell’AEVF di ripercorrere tutte le tappe europee della Via Francigena, da Calais a Santa Maria di Leuca, è stata vincente per il rilancio di questo Cammino, il turismo lento e lo sviluppo locale. Un successo in cui l’apporto femminile è stato determinante, con la marcia in più di un’inedita Staffetta Letteraria Pellegrina della community Ragazze in Gamba.
A tre mesi dalla sua conclusione, la Road to Rome 2021 sta mostrando effetti prorompenti per il rilancio della Via Francigena in chiave europea; l’attenzione che ha saputo catalizzare si è tradotta rapidamente in iniziative legate alla valorizzazione del territorio e in una rinnovata convinzione sulle prospettive che il turismo lento può offrire per un futuro sostenibile.
Si è parlato molto di questo originale festeggiamento che l’Associazione Europea delle Vie Francigene ha scelto per il proprio ventesimo compleanno: ripercorrere la Via Francigena da Calais a Santa Maria di Leuca, sulle tracce dei pellegrini medievali, attraverso Francia, Svizzera e Italia. Un piccolo nucleo – supportato a turno da giovani dello staff Aevf – ha compiuto l’intera traversata: 3200 chilometri in quattro mesi, a piedi o in bicicletta. A loro si sono liberamente aggiunti, per pochi giorni o per settimane, tutti coloro che desideravano partecipare. Ne è venuta fuori non solo una festa affollata da oltre 5mila camminatori di tanti Paesi e da più di 10 mila persone incontrate lungo il percorso ma un fortissimo, nuovo slancio alla valorizzazione di questo Cammino, che in tempi pre-Covid era frequentato da 50mila persone l’anno ma che in breve, è l’obiettivo dichiarato di Aevf, potrebbe arrivare a 100 mila. Saremmo ancora ben lontani dalle cifre del Cammino di Santiago, che nel 2019 ha totalizzato quasi 350 mila pellegrini, ma centrare questo obiettivo – osserva Luca Bruschi direttore Aevf e pifferaio magico della Road – porterebbe molto più vicino ai livelli che la Francigena merita e cambierebbe il futuro in molti territori, soprattutto per i giovani.
Il successo forse più importante è stata la riscoperta di una dimensione comunitaria. Chi ha percorso, zaino in spalla, alcune tappe della Road to Rome si è trovato a vivere un’esperienza di rinascita, condivisione, costruzione di futuro. Camminare fianco a fianco per 20-30 chilometri al giorno, trovando rapidamente sintonie con persone mai viste prima, affrontando emozioni e pioggia sulle orme degli antichi pellegrini ha ridato ai partecipanti la sensazione di essere cittadini europei, con una lunga storia comune e diversità locali da preservare, valorizzare e conoscere reciprocamente. E questo entusiasmo ha anche ridestato o rinvigorito, in istituzioni e soggetti locali, la convinzione sulle prospettive che questo itinerario può offrire allo sviluppo del territorio.
Tutto ciò dovrebbe rinvigorire e accrescere il fermento che si può toccare con mano in diversi tratti della Francigena, dove il volontariato locale interviene con propri mezzi lì dove le Istituzioni non provvedono alla manutenzione dei sentieri, alla segnaletica, alla valorizzazione di quanto il territorio può offrire. Ma anche l’attenzione delle istituzioni nazionali si è prontamente ridestata, visto che a meno di un mese dalla emozionante conclusione della Road to Rome – un arrivo a Leuca, sotto la pioggia, con oltre 200 persone che hanno percorso insieme gli ultimi chilometri e già soffrivano di nostalgia – sono stati sbloccati, dopo 5 anni, i fondi del Ministero della Cultura per la parte italiana della Francigena, destinati a migliorare le infrastrutture. Si tratta di ben 19,1 milioni di euro del “Piano Stralcio Cultura e Turismo FSC 2014 – 2020” per migliorare e qualificare punti strategici del percorso.
Quello di cui si è detto poco è che in questa impresa la partecipazione femminile non solo è stata grandissima, forse preponderante, ma ha contribuito in modo decisivo al suo successo. Non solo perché la maggior parte del lavoro organizzativo e logistico (molto articolato e complesso, dipanato in 4 mesi on the road, centinaia di paesi e città attraversati e centinaia di incontri con istituzioni e associazioni) è stato svolto da ragazze, come conferma Luca Bruschi. Non solo perché è una donna, Myra Stals, la protagonista simbolo della Road, l’unica che per Aevf l’ha percorsa integralmente – insieme ad Alessio Tomarella e Massimo Pedersoli, che camminavano per raccogliere fondi contro la fibrosi cistica – sostenendo come social media manager un’intensa comunicazione quotidiana via social. Ma perché sono tantissime donne a camminare sulla Francigena e, dall’altro lato, ad animare e rivitalizzare questo Cammino e questo territorio con le loro iniziative.
Percorrere gli ultimi 100 chilometri, da Lecce a Santa Maria di Leuca, è bastato per conoscerne molte. Claire Chevalier e Claire Waiss, della FFRandonnée, la Federazione che in Francia si occupa dei Cammini e dei Trekking, che hanno partecipato perché credono nell’Europa. Joanne Roan, canadese ma ormai italiana, blogger bilingue, che ha percorso oltre 800 chilometri, da Roma a Santa Maria di Leuca. Daniela Scianaro, leccese, che ha lasciato un lavoro sicuro per diventare Guida ambientale e promotrice del proprio territorio. Maria Grazia Bello, insegnante di liceo a Tricase, che ha coinvolto ben tre classi nell’accompagnare i pellegrini lungo l’ultima tappa, regalando ai propri studenti un giorno di contatto col mondo. E tante altre ce ne sarebbero.
Scoprire e valorizzare le loro storie è stato l’obiettivo di un’altra iniziativa che ha catalizzato sulla Road una forte partecipazione femminile e ulteriormente accresciuto l’attenzione mediatica. Si tratta della Staffetta Letteraria Pellegrina, un progetto editoriale di dirompente originalità, ideato e sviluppato da Ilaria Canali, founder della Rete Nazionale delle Donne in Cammino. 25 camminatrici del Gruppo Ragazze di Gamba hanno percorso il tratto italiano raccontando in un unico Diario, che si passavano a turno, sia la loro esperienza personale sia i territori attraversati: è stato, così, messo in luce un tessuto sociale in cui l’apporto femminile è protagonista.
Questo Diario delle Ragazze in Gamba, del peso di 750 grammi (non pochi, in un bagaglio di massimo 7 chili)ha viaggiato dentro tanti zaini e su tante spalle diverse, iniziando dal Gran San Bernardo e proseguendo verso Sud attraverso Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia. Ogni tappa, in genere su sentieri o strade interpoderali, con fondo misto tra terreno e asfalto, consente non solo di immergersi in un paesaggio naturale estremamente vario ma di conoscere cittadine e borghi pieni di tesori nascosti, di cui il territorio italiano è ricco come nessun altro, e di essere accolti con un calore che non ha uguali. E ogni tappa è stata raccontata ogni sera, rigorosamente a penna, con lentezza, come un cammino a piedi. Ma contemporaneamente ogni staffettista ha condiviso le proprie avventure tramite i social, con una produzione complessiva di oltre 300 post, in un progetto di comunicazione in cammino e sul cammino che ha saputo mettere insieme individuale e collettivo, modernità e scrittura tradizionale.
“Il quadro che è emerso mostra che le donne hanno un ruolo fondamentale sia nella animazione culturale dei territori che nella accoglienza pellegrina – osserva Ilaria Canali -. Grazie a questo progetto oggi disponiamo di un caso di successo che va a beneficio non solo della Via Francigena ma del mondo dei cammini italiano complessivamente e che dimostra che è importante, se non fondamentale, promuovere la voce e la visibilità delle donne in cammino ”.
Il percorso di rilancio della Francigena è solo iniziato. L’obiettivo, pienamente centrato, della Road era creare o rafforzare una rete di collaborazione tra le forze italiane ed europee interessate al turismo lento, ma ora la scommessa è che da questi fermenti si avvii un circuito che porterà maggiore attenzione e frequenza su tutti i Cammini, da intendere e vivere non come concorrenziali ma complementari nelle loro attrattive e diversità. Su questa prospettiva la marcia è appena cominciata, e il prossimo obiettivo – ricorda Luca Bruschi – è di portare a conclusione la candidatura Unesco ed inserire l’itinerario nel patrimonio dell’umanità. “Non perdiamo – esorta – questa occasione”. E c’è da scommettere che lungo la via Francigena molti camminatori, molte persone dedite all’accoglienza, molte persone che illustreranno a chi arriva i tesori nascosti e le tradizioni del proprio territorio, saranno donne.
Vivo a Roma e in Trentino. Giornalista professionista, appassionata di outdoor, scrivo prevalentemente sulle tematiche legate alla montagna, al trekking e ai cammini. Mi piace condividere le meraviglie che incontro, e per questo collaboro all’organizzazione di trekking in posti poco conosciuti, dal Molise all’Australia.
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