Il Paese dei Cammini
La passione per i Cammini in Italia non si è fermata nemmeno con la pandemia. Nell’anno del lockdown decine di migliaia di persone hanno preso lo zaino, calzato gli scarponi e si sono lanciate alla scoperta del proprio Paese a piedi, sfruttando le possibilità di una vasta rete di sentieri e cammini. Dai 20 agli 80 anni, per una durata di almeno 5-7 giorni, hanno vissuto on the road, con l’obiettivo prevalente di conoscere meglio borghi e territori, di riacquistare benessere psico-fisico e di stare in mezzo alla natura. Per il 13% di loro era la prima volta.
Sono gli elementi, estremamente significativi, che arrivano, per il terzo anno consecutivo, da “Io e il mio Cammino”, un sondaggio di Terre di mezzo che ha raccolto e analizzato i dati sui Cammini in Italia contattando le Associazioni e gli Enti che rilasciano le Credenziali e rilevando on line le risposte dei camminatori. Uno strumento prezioso per contribuire a migliorare e valorizzare il grande patrimonio di Vie che caratterizza il nostro Paese. Una nuova edizione del rilevamento si è appena conclusa e i suoi esiti verranno presentati in occasione di Fa’ la cosa giusta! – fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili (Milano, 29 aprile – 1° maggio 2022).
L’Italia è un Paese ideale per camminare, e lo dimostra il fatto che i vincoli alla mobilità lo hanno colpito meno di altri. Da gennaio a fine settembre 2020 il calo del rilascio delle credenziali (su 14 itinerari) si è fermato a –32%. Un ottimo risultatose paragonato al -85% del Cammino di Santiago. Un risultato di eccellenza se si considera che, in realtà, la possibilità di mettersi in cammino, nel 2020, si è avuta solo da maggio.
Un fattore che ha aiutato gli italiani a camminare di più rispetto agli appassionati di altri Paesi europei è chepossono trovare, in tutta la Penisola, percorsi di tipologie diverse e di pochi giorni. In una situazione di incertezza come quella del 2020, in cui come mai prima abbiamo tutti sperimentato il vivere alla giornata, la durata ideale è quella tra i 5 e i 7 giorni, che richiede minore programmazione. Non a caso, hanno registrato il maggiore aumento di frequenza i percorsi come la Via degli Dei o il Cammino Materano. La più frequentata in assoluto risulta sempre, comunque, la Via Francigena, che non a caso è uno dei Cammini mappati nel progetto europeo www.rurallure.eu, che rivaluta il patrimonio culturale lungo le rotte continentali, per offrire ai pellegrini un’immersione nel binomio natura-cultura.
Il 15% dei camminatori è rimasto nella propria regione, il 38% in una vicina, il 42% ha osato andare in regioni più lontane e solo il 5% all’estero.
Al di là della pandemia, “Io e il mio Cammino” – promosso da Io Cammino in Italia, Radio Francigena, Associazione Europea delle Vie Francigene, Via di Francesco, Associazione Amici del Cammino Di qui passò Francesco, Associazione Amici del Cammino di San Benedetto, Rete Cammini del Sud, Cammino nelle Terre mutate, Free Wheels Onlus – consente di conoscere meglio chi pratica questa passione crescente. Dei partecipanti al sondaggio 2020, il 73% aveva già fatto almeno un cammino negli ultimi due anni, mentre per il 13% si è trattato della prima esperienza in assoluto, probabilmente anche in reazione alle interminabili settimane di isolamento. “Sicuramente – commenta Luca Bruschi, direttore dell’Aevf – il lockdown ha contribuito a risvegliare l’istinto primordiale che è in noi, quello di camminare, e che avevamo un po’ dimenticato”. Questa riscoperta è destinata a durare nel tempo, a cambiare il turismo: non tutti, sono le previsioni per l’imminente stagione, faranno cammini, ma ci sarà comunque un aspetto di lentezza nella maggior parte delle tipologie di vacanza. Nel 2020, prosegue, tanta gente ha scoperto che in Italia ci sono 100 Cammini, di cui alcuni a dimensione europea come la Francigena, ma per sostenere questo crescente interesse bisogna lavorare su molti aspetti, dall’offerta di strutture ricettive alla segnaletica, dalla manutenzione dei sentieri alla promozione. Non è un enunciato: un’esperienza di grande rilancio è stata guidata proprio da Bruschi nel 2021 con la Road to Rome, dove migliaia di persone hanno percorso a piedi o in bicicletta, per un solo giorno o per 4 mesi, tutti i 3200 chilometri della Via Francigena, da Calais a Santa Maria di Leuca. L’impresa, di grande carica ideale, ha scatenato un grande fermento di iniziative, a livello locale e a livello internazionale, a dimostrazione che il messaggio di base – ovvero che la frequenza di presenze sui Cammini è legata alla loro capacità di accoglienza – è stato recepito.
Ma perché ci si mette in cammino? Le motivazioni sono diverse e spesso conniventi: il 50,1% vuole conoscere i borghi e il territorio, il 48,6% vuole stare in mezzo alla natura, il 43% ricerca un benessere fisico o psicofisico (erano previste risposte multiple), ma sono anche molti quelli che spinti dalla voglia di fare una nuova esperienza o di incontrare altre persone.
E man mano la passione per il viaggio a piedi si sta estendendo tra i più giovani. Rispetto al sondaggio del 2018, tra i nuovi camminatori gli under 30 sono passati dal 7,9% al 21%. “Tanti ragazzi – racconta ancora Bruschi – alla fine delle superiori si mettono a percorrere la Francigena, a piedi o in bici, spesso in coppia. I giovani chiamano giovani, il passa parola via social sta funzionando tantissimo per la promozione dei Cammini, Instagram e Tik Tok si stanno popolando di camminatori under 30 che raccontano le loro esperienze. E succede anche di vedere nonno e nipote camminare insieme”.
Sempre tra coloro che hanno intrapreso questa esperienza per la prima volta nel 2020, il 22,9% è nella fascia 31-40 anni, il 21,4% tra 41-50 anni e il 21,9% tra 51-60 anni. Ma un dato particolarmente bello è che ben il 10,5% di coloro che nel 2020 hanno affrontato un Cammino per la prima volta ha più di 60 anni. Andare a piedi non ha davvero limiti di età! Tra i camminatori di più lunga esperienza, prevale la fascia sopra i 50 anni, con un’interessante percentuale di over 60 (22,5%) e un agguerrito 3,5% di over 70.
Ma chi cammina? Si tratta, prevalentemente, di persone acculturate e impegnate. Il70% ha un lavoro; i pensionati sono il 22%, i disoccupati il 3% e gli studenti il 3%. Il 51% è laureato e il 41% ha il diploma scuola superiore. Gli uomini (56%) prevalgono di qualche punto sulle donne (44%).
E come si cammina? Il 92,5% a piedi, il 7,1% in bici (in calo rispetto al 10,6% del 2018). Il 60% ha percorso tutte le tappe e il 70% ha camminato al massimo per 10 giorni. Uno su tre ha affrontato l’impresa da solo, il 35% in coppia, gli altri in gruppi dalle 3 alle 30 persone.
Tutti dedicano grande attenzione alla preparazione e all’equipaggiamento. Il 69,7% si munisce di una guida cartacea, il 43,7 si affida alle tracce gps sul cellulare, il 28,7% ricorre all’aiuto di un’app e il 12,2% utilizza le intramontabili carte geografiche. Prima di partire il 33% acquista libri e guide, il 22% calzature, il 22% abbigliamento tecnico, mentre oltre il 50% ha già tutto l’occorrente. Anche se la stragrande maggioranza non chiede particolari servizi (85%) sono in crescita quelli che ricorrono al trasporto dello zaino (11% contro il 6% del 2018) o all’accompagnamento di una guida (7% contro 3%).
Molte sono, quindi, le indicazioni per gli addetti ai lavori, che da un’indagine di questo genere hanno tutte le “dritte” necessarie per strutturare offerta e servizi sempre più adeguati alle esigenze di chi viaggia a piedi. Ma il monitoraggio realizzato da Terre di Mezzo ha anche – sottolinea Luca Bruschi, che di recente è stato nominato esperto tecnico del Comitato permanente per la Promozione del Turismo – un impatto importante sulle scelte di politica di sviluppo del territorio. “I Cammini hanno una forte connotazione storica, artistica o religiosa, ci avvicinano a quell’assoluto di cui tutti abbiamo bisogno, ma per andare a giustificare investimenti è anche fondamentale avere dei numeri e analizzarli, perché diventano la base degli investimenti che le istituzioni, a tutti i livelli, vanno a fare. Questo lavoro di rilevazione è dunque prezioso. Speriamo che prima o poi si realizzi anche un Osservatorio permanente sui flussi di pellegrini”. C’è un appuntamento importante, ed è quello del Giubileo. Pochi anni in cui è essenziale lavorare bene per camminare sempre di più.
Vivo a Roma e in Trentino. Giornalista professionista, appassionata di outdoor, scrivo prevalentemente sulle tematiche legate alla montagna, al trekking e ai cammini. Mi piace condividere le meraviglie che incontro, e per questo collaboro all’organizzazione di trekking in posti poco conosciuti, dal Molise all’Australia.
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