Sui sentieri del TOR - 150 ore correndo o 16 giorni a piedi - AttrezzaturaTrekking.it
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Scritto da Daniela De Sanctis

Sui sentieri del TOR – 150 ore correndo o 16 giorni a piedi

Camminare si distingue da quasi tutte le altre attività fisiche per un motivo tutt’altro che banale: si può fare praticamente ovunque. Perché allora non gustarsi a piedi, in tutta lentezza, il giro della Valle d’Aosta che, una volta l’anno, centinaia di appassionati di corsa in montagna coprono in un arco di tempo che va dalle 66 alle 150 ore?

È quanto ha fatto Franco Faggiani, che ancora prima di essere scrittore e divulgatore è uno di quelli che la montagna la vive e la conosce nel profondo. Conclusa l’edizione del Tor des Géants, ha preso lo zaino ed è partito a piedi, in senso contrario, per vivere lentamente il giro che tocca tutte le vette valdostane, tra i più bei 4000 dell’arco alpino. Per anni, Faggiani è stato capo Ufficio stampa della manifestazione, e questo gli permette di leggere e vivere il percorso con due ottiche: quella della valorizzazione presso esterni e quella del godimento personale; quella della velocità e quella della lentezza; quella della socializzazione e quella intimista. 

Il risultato di questo incrocio è un libro di estrema suggestione, Sui sentieri del Tor. Viaggio lento nei luoghi del leggendario trail, pubblicato da Terre di mezzo Editore. Il libro è, prima di tutto, il racconto di un’esperienza diretta, a tu per tu con la montagna, le sue asprezze e la sua solitudine, in cui si recuperano tanti aspetti del recente passato, tanti angoli invisibili a chi va di fretta, tanti personaggi di poche parole e dal cuore generoso. Ma è, anche, uno strumento utilissimo e denso di indicazioni per chi vuole lanciarsi nella stessa avventura.

Lentamente o no, sta alla scelta del lettore. E al suo stato fisico, naturalmente.

Cos’è il Tor des Géants 

Il Tor des Géants è, sostanzialmente, un trail di 330 chilometri che compie un giro tra i Giganti, ovvero le montagne oltre i 4.000 metri che svettano in Valle d’Aosta. Viene disputato ogni anno, a settembre, dal 2010. Visto sulla cartina, si potrebbe definire come una circumnavigazione interna della regione, ma i continui saliscendi fanno totalizzare, a chi lo percorre, un dislivello complessivo di 24.000 metri, con 13 colli sopra i 2.000, 11 oltre i 2.500 e 2 oltre i 3.000. I runner arrivano da tutto il mondo (il record è 78 nazioni partecipanti) e hanno a disposizione un tempo massimo di 150 ore per completare il giro, con la possibilità di rifornirsi solo in punti prestabiliti. Ogni 365 giorni, a circa metà settembre, sono oltre un migliaio a prendere il via da Courmayeur, e sarebbero almeno il doppio se le regole della gara del circuito Torx, attente alla sicurezza e rispettose di uno sforzo organizzativo che conta ben 3.000 volontari, non imponessero un limite alle iscrizioni, che avvengono on line e vengono confermate su sorteggio.  

Lo stesso percorso è ricalcabile, da maggio a ottobre (neve permettendo), da chi preferisce zaino, scarponi a caviglia alta e lunghe pause per godere il panorama. L’autore lo calca e lo descrive in senso antiorario, dividendolo in 19 tappe.

Gli itinerari e i percorsi

Il cuore del libro sono le 120 pagine di racconto del proprio viaggio a piedi, un vero e proprio inno alla montagna in tutti i suoi aspetti, dove il camminatore-scrittore descrive i propri passi, la propria stanchezza, le attese, le decisioni sul proseguire o fermarsi prese scrutando le nuvole. Ci sono incontri, brevi e densi, con personaggi indimenticabili, stralci di lingue che stanno sparendo, silenzi e sensazioni che nessun paesaggio provvisto di impianto di risalita potrà dare. 

E come se già così non valesse la pena di leggerlo subito, Faggiani offre tutti i dettagli sia per conoscere l’incredibile competizione del Tor sia per ricalcarne le tappe, in tutto o in parte. Ecco allora, nel libro, accurate pagine su come andare, l’elenco dei rifugi, essenziali regole di comportamento e uno schema in 19 tappe, divise in 3 sezioni, ciascuna delle quali corrisponde a una parte del racconto personale. 

La prima sezione, da Courmayeur a Cogne, compre una lunghezza di 106 chilometri per un dislivello complessivo in salita di poco più di 8.000 metri e circa 7.500 in discesa. Solo la prima giornata prevede un dislivello in salita di 1.738 metri. Fatica molto ben ripagata dalla vista ravvicinata – a pochi minuti dalla partenza – dei ghiacciai del Monte Bianco, del Rutor e del Gran Paradiso. È il tratto in cui si superano le creste più alte, ossia i due colli che vanno oltre i 3.000 metri. Delle 6 tappe che costituiscono questa prima sezione 3 hanno, rispetto al percorso descritto, un rifugio intermedio. La fatica può, quindi, essere ripartita su più giorni, anche perché, oltre a Cogne, si incontrano paesi ben organizzati per l’ospitalità, come La Thuile, Valgrisenche e Rhémes-Notre-Dame.

La seconda parte va da Cogne a Chardonney/Champorcher, e copre circa 104 chilometri con un dislivello complessivo di poco inferiore ai 7.000 metri, sia in discesa che in salita. Si inizia dal Parco nazionale del Gran Paradiso per passare a quello del monte Avic e proseguire verso la valle di Champorcher, tra villaggi e vigneti. Per poi ricominciare a salire, verso nord. In 2 delle 6 tappe ci sono rifugi intermedi; per la maggior parte, ci si mantiene sotto quota 2.000, anche se i passaggi più elevati arrivano a 2.800 e impegnano seriamente. 

La terza parte è la più lunga: 134 chilometri, ed è anche quella che corrisponde alla parte più lunga del racconto. Va da Gressoney-Saint-Jean a Courmayeur, per un dislivello in salita di circa 9,500 metri e di 10.300 in discesa. Dopo la sezione intermedia, relativamente più popolosa e antropizzata, il paesaggio torna ad essere selvaggio e dominato da alte vette: Monte Rosa, Cervino, Grand Combin. E, nella parte finale, di nuovo il Monte Bianco. Tutte le tappe, tranne una, sono dotate di rifugi intermedi e prevedono dislivelli quotidiani per camminatori ben allenati (dai 1.000 ai 1.500 metri al giorno).  

Conclusioni

Non ci sono mezze misure: questo libro è o per chi viaggia in poltrona o per chi viaggia scomodo

Chi viaggia con la mente e riesce, immergendosi nelle parole, a ritrovarsi in paesaggi irraggiungibili avrà in queste pagine l’opportunità, sempre più rara, di assaporare una montagna italiana che in buona parte va scomparendo, sopraffatta dai ritmi di un turismo che spesso non dà spazio all’ascolto, alla curiosità, alla scoperta. Faggiani ci fa conoscere angoli di Val D’Aosta ricchi di persone che amano il loro territorio e nascondono tesori di storie che svelano solo a chi sa fermarsi.

Chi ama l’avventura ed è disponibile a saltare una doccia per un giorno troverà, sia nella parte più propriamente narrativa che in quella informativa, una vera e propria miniera di ispirazioni. Leggere e aver voglia di preparare subito lo zaino sono causa ed effetto immediato. Chi vorrà scoprire questi sentieri ricchi di attrattive, sappia che lo attende una bella fatica. Che la maggior parte delle notti dormirà in rifugio. Che dovrà portarsi una bella scorta di acqua. Ma, anche, che farà qualcosa di unico.  

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Daniela De Sanctis
Daniela De Sanctis

Vivo a Roma e in Trentino. Giornalista professionista, appassionata di outdoor, scrivo prevalentemente sulle tematiche legate alla montagna, al trekking e ai cammini. Mi piace condividere le meraviglie che incontro, e per questo collaboro all’organizzazione di trekking in posti poco conosciuti, dal Molise all’Australia.
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