Un po’ di storia sulle racchette da neve
Molti di noi hanno provato almeno una volta nella vita ad infilarsi le racchette da neve, o ciaspole, per fare un bel giretto di qualche chilometro su neve, per lo più battuta o trasformata. Quando la neve è fresca abbondante e polverosa il giretto con gli zatteroni si accorcia di molto. Ma vi siete mai chiesti quando sono state inventate le ciaspole? Perchè da noi, questi attrezzi a cui abbiamo dato questo buffo nome, sono stati scoperti dal pubblico solamente una trentina di anni fa?
Indice:
Quando sono state inventate le ciaspole?
Andando per gradi comincerei col dire che le “ciaspole” sono alla portata di molti. Non necessitano di capacità o tecniche particolari. Su percorsi facili e sicuri camminare con questi zatteroni è davvero un’attività per tutti, anche per bimbi di 8-10 anni.
Allacciati gli attacchi, l’avventura può avere inizio per andare alla scoperta di un modo diverso di vivere la montagna d’inverno fuori dalle aree attrezzate. Si dice che “se sai camminare, sai andare con le ciaspole”. Ed è vero, ma c’è bisogno di precisare che camminare a lungo con questi racchettoni ai piedi, non fa così bene alla salute.
Generalmente le nostre escursioni non durano più di un paio d’ore e quindi non ci sono problemi. Un tempo però, quando le persone erano costrette a muoversi su neve senza sci utilizzavano per mesi interi queste racchette, soffrivano quasi tutte di seri problemi alle ginocchia e alle caviglie.
In Nord America intorno al 1650 avevano riconosciuto il ” mal de raquette” (dal nome raquette, citato per la prima volta nel 1605) come una malattia diciamo “ufficiale”, visto che in quei luoghi le racchette da neve, per via delle diverse caratteristiche della neve e del terreno, erano molto più popolari che da noi in Europa.
Furono poi i cacciatori di pelli e commercianti francesi, i famosi coureurs des bois, a dare il nome “raquette” a questi attrezzi, per il fatto che erano fatte con una rete, inizialmente di tendini animali, ancorata ad un telaio di varie forme.
Il “mal de raquette” era localizzato alle caviglie ed era causato sia dal peso degli attrezzi che dalla pressione dei lacci, che legati saldamente al collo del piede, alla lunga infiammavano l’articolazione.
Insomma questi attrezzi hanno un’origine davvero remota.
Le origini delle ciaspole sono remote quanto l’esigenza dell’uomo di muoversi su terreni innevati.Per secoli le racchette da neve hanno rappresentato la sola soluzione praticabile per compiere determinati spostamenti in quelle aree – dell’America e dell’Asia – dove la neve ricopre l’ambiente per molti mesi all’anno. Infatti, permettono spostamenti sulla neve fresca, poiché la loro dimensione e la loro struttura fanno sì che la superficie calpestata sia maggiore, consentendo così di sprofondare molto meno.
Le prime tracce di oggetti simili alle racchette da neve risalgono a circa 30.000 anni fa e sono state trovate in Canada.
Sembra che allora le popolazioni nomadi potessero muoversi liberamente tra Canada e Siberia, tramite lo Stretto di Bering. L’uso di questi attrezzi poi è andato avanti e oltre ai nativi, agli interpreti indiani e i commercianti di pelli (Fur Trade), sono stati in particolare i cacciatori di pelli (i famosi trappers che nel tempo poi sono diventati boscaioli), a trasformarle in uno strumento indispensabile in caso di abbondanti nevicate.
Erano soprattutto i cacciatori di animali di piccola taglia ad avere estremo bisogno di questi attrezzi perchè calzandoli potevano andare a piazzare le loro trappole in luoghi impervi senza l’intralcio degli sci.
Questi attrezzi per camminare sulla neve sono arrivati in Europa nel Seicento, portati dai coloni al rientro dall’America del Nord, dove questi attrezzi erano molto usati. E’ curioso sapere che il primo dizionario a riportare il termine indicante le racchette da neve, risale al 1674 (Oxford English Dictionary). La parola in inglese usata ancora oggi è rimasta uguale: snowshoes.
Da sempre esistono varie forme di racchette, differenziate per grandezza. Vanno scelte in base alle attività che vogliamo praticare, al tipo di neve e al percorso che ci si appresta ad affrontare. In aree molto pianeggianti come la Scandinavia e il Canada da sempre sono popolari le racchette lunghe, mentre sulle Alpi, caratterizzate da terreni più ripidi (dove la neve è distribuita meno uniformemente) le racchette sono corte e più maneggevoli.
Quali materiali venivano utilizzati per creare questi attrezzi?
In origine le racchette da neve venivano create impiegando tendini o corda di corteccia intrecciata e legno in genere di frassino (resistente e elastico), noce nero americano o nocciolo (meno resistente, più pesante degli altri due ma di facile lavorazione).
In seguito, dagli anni Cinquanta del Novecento, questi materiali artigianali sono stati sostituiti da soluzioni industriali in alluminio e poi dai Settanta in avanti, in plastica. Una trasformazione che ha alleggerito di molto il peso effettivo delle ciaspole, contribuendo a renderle popolari. Negli ultimi decenni questi strumenti stanno vivendo un vero e proprio boom e visto che ciaspolare è economico, non comporta tecnica e preparazione fisica, è proprio un’attività divertente per tutti.
Infine sveliamo perchè in Italia abbiamo dato il nome di ” ciaspole” a questi attrezzi. Era il 1973 quando per la prima volta in Val di Non (Trentino), venne organizzata la prima Ciaspolada, la maratona sulla neve con le racchette da neve, le quali in dialetto “noneso” vengono chiamate “ciaspole”. Da quell’anno in avanti è cronaca….
Buon inverno!
Potrebbe interessarti anche:
- Scarponi da trekking invernali: quali scegliere?
- Come fissare le Ciaspole allo Zaino
- Scarpe per Ciaspole: le migliori 7 da usare
- Le migliori Ciaspole Decathlon
- Le migliori 10 Ciaspole del 2021
Nato e cresciuto con i boschi e le montagne fuori dalla porta di casa. Ha trascorso la giovinezza dentro e fuori il negozio di articoli sportivi e da montagna che la famiglia gestiva in piccolo un paese di confine, nella zona delle Alpi Giulie. Nel 2010 ha conseguito l'abilitazione regionale di Guida Naturalistica in Friuli Venezia Giulia e subito dopo nella regione in cui abita e lavora da qualche anno, il Veneto. Dal 2009 al 2015, pur continuando ad accompagnare in trekking in Italia ma anche all'estero, ha lavorato come referente tecnico e commerciale per un'importante multinazionale dello sport, nel settore dello sci di fondo. Dal 2017 lavora nel settore del turismo naturalistico con il proprio brand Happy Owl Tracks, tramite il quale accoglie turisti e visitatori "green" e offre servizi di accompagnamento e formazione in natura a tour operators, associazioni, scuole, aziende e agenzie di viaggio.
Sito Web | Facebook | Instagram | YouTube