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Scritto da Daniela De Sanctis

Dal Gran San Bernardo a Roma: a piedi per 1000 km al punto più alto della Via Francigena

La Via Francigena sta crescendo ogni giorno di più. L’interesse per i grandi percorsi a piedi e una saggia politica di valorizzazione stanno finalmente dando, man mano, a questo Cammino il posto che merita. Finalmente c’è uno spazio, nei sogni, che si spinge oltre quello di Santiago, soprattutto nell’immaginario degli italiani, mentre i viandanti dall’estero lo apprezzano non da oggi, e per ripercorrere le orme di Sigerico, in tutto o in parte, arrivano anche dall’Australia e dalla Corea. 

Si stanno, così, moltiplicando le presenze e anche le esigenze, e il territorio si sta organizzando di conseguenza. Sono sempre più fervide le iniziative locali per l’accoglienza, le cure per intensificare e mantenere la segnaletica, il nascere nuove strutture ricettive, collaborazioni e servizi.

Giunge, quindi, quanto mai opportuna la pubblicazione della quarta edizione aggiornata della Guida “La Via Francigena. 1.000 km a piedi dal Gran San Bernardo a Roma”, scritta da Roberta Ferraris con il contributo di Luciano Callegari e Simone Frignani, pubblicata da Terre di mezzo Editore. Uno strumento essenziale per avere almeno un’idea dell’incredibile ricchezza – naturale, umana e artistica – che si incontra percorrendo questo itinerario.

Come è realizzata la guida

In meno di 300 pagine, ci sono tutte le informazioni essenziali per assaporare quello che la Guida definisce, giustamente, un mosaico di paesaggi. Il libro è pensato per coloro che vogliono scoprire il tratto italiano dal passo del Gran San Bernardo – il punto più alto di tutto il percorso europeo, con 2473 metri – fino a Roma, luogo di arrivo, mille anni fa, del pellegrinaggio di Sigerico e punto di partenza per la Via Francigena del Sud. 

Come sempre, le informazioni sono non solo complete (nonché fresche di aggiornamento) ma organizzate in modo da facilitare ad ogni tipo di camminatore di trovare ciò che più gli interessa. Gli appassionati di arte vengono indirizzati ai quattro giorni di percorso attraverso alcuni tra i più importanti tesori del Medioevo in Italia. Agli amanti dei tratti impegnativi viene consigliato il tratto tra Appennino e Lunigiana, una settimana tra paesaggi naturalistici e dislivelli di grande soddisfazione. Chi ha due settimane viene tentato dalla prospettiva di andare con le proprie gambe da Siena e Roma, due perle urbanistiche, passando per i magnifici paesaggi delle Crete e della Tuscia, senza farsi mancare un tuffo nelle acque termali. 

Leggere le pagine iniziali, dedicate alla sua storia, consente di capire come questo percorso è nato e come si è sviluppato fino ad oggi. Seguono le indicazioni pratiche, da quelle sui trasporti a quelle sulle credenziali. E poi via con le 45 tappe, ciascuna corredata da cartina, grafico con i dislivelli, strutture ricettive, servizi, mezzi pubblici. Alla descrizione della tappa seguono i consigli con i punti più interessanti su cui soffermarsi.

Gli itinerari e i percorsi

I 1.000 chilometri che attendono chi voglia percorrere tutta la Via Francigena fino a Roma iniziano dal punto più alto – dove si arriva in autobus – e richiedono una discesa di ben 1.300 metri, per arrivare a Echevennoz. Una tappa impegnativa, che attraversa un bellissimo ambiente alpino. Completamente diversa la tappa 9, da Santhià a Vercelli, che comporta solo 10 metri di dislivello ma è lunga quasi 30 chilometri e attraversa un paesaggio ignoto ai pellegrini medievali: quello delle risaie, che furono create solo a partire dal XV secolo e che hanno caratterizzato il territorio compatibilmente con l’ambiente naturale. Tra le più impegnative, la tappa 22, dal Passo della Cisa a Pontremoli. Si entra in Toscana con oltre 560 metri di salita e 1200 di discesa, attraversando boschi di faggi e castagni, borghi in pietra, ponti. Tutto su mulattiera, i suoi saliscendi sono per gente ben allenata, ma i panorami compensano ogni fatica. Alla portata di tutti, la tappa 38 da Acquapendente a Bolsena, con 23 chilometri che si snodano tra i paesaggi della Tuscia, costeggiando il lago vulcanico. Per chi ama l’impegno ma anche qualcosa di godurioso, perfetta la tappa 36, da San Quirico d’Orcia a Radicofani, che con oltre 32 chilometri, 950 metri di dislivello in salita e 550 in discesa dà piena soddisfazione alla voglia di muoversi ma anche a quella di curiosare tra i vicoli di San Quirico o al piacere di immergere i piedi nelle vasche del Parco dei Mulini, subito fuori Bagno Vignoni, alimentato dalle acque delle sorgenti termali.

Sono solo alcuni esempi delle tante possibilità aperte a chi, Guida alla mano, voglia andare alla scoperta della Francigena. Un itinerario attraverso 7 regioni, che consente di conoscere l’Italia con l’intensità che solo il viaggio a piedi può dare, gustandone – passo dopo passo, incontro dopo incontro – la crescente dimensione internazionale.

Conclusioni

La Guida è uno strumento utilissimo sia a chi pianifica di camminare per un mese, zaino in spalla, sia a chi cerca informazioni per un week end sulla Francigena o, anche questo è possibile, per fare solo una tappa, arrivando e ripartendo con i mezzi pubblici. 

Ogni tappa è ricca di bellezze artistiche da vedere e di panorami da gustare. Non per niente, la Via Francigena ha il riconoscimento di “itinerario culturale del Consiglio d’Europa” e sta avanzando la candidatura presso l’Unesco a patrimonio dell’Umanità. Quindi la parola d’ordine è: prendetevi tempo. Buon Cammino!

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Daniela De Sanctis
Daniela De Sanctis

Vivo a Roma e in Trentino. Giornalista professionista, appassionata di outdoor, scrivo prevalentemente sulle tematiche legate alla montagna, al trekking e ai cammini. Mi piace condividere le meraviglie che incontro, e per questo collaboro all’organizzazione di trekking in posti poco conosciuti, dal Molise all’Australia.
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