Ma quanto Mondo sulla Via Francigena
Sono sempre più numerosi, sempre più giovani e arrivano da sempre più lontano, i camminatori della Via Francigena. Il fascino di questo Cammino unico al mondo, che attraversa 5 Paesi e 700 Comuni snodandosi per 3200 chilometri di incredibile ricchezza, viene scoperto da un numero crescente di appassionati, che arrivano, o tornano, ormai da ovunque, Australia inclusa.
E, parafrasando Mc Carthy, non è un Cammino per vecchi, o non solo. Numerosissimi giovani dedicano il proprio tempo – e, ancora più importante, i propri sogni – al percorso che unisce l’Europa, da Canterbury a Santa Maria di Leuca, attraversando secoli di storia e di rapporti tra popoli. E ritrovando una dimensione di comunità.
Indice:
Più Giovani e più Internazionalità
Sono tendenze significative, che emergono dai dati raccolti dall’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) in base a questionari compilati dai pellegrini che hanno chiesto le credenziali nel 2022 (ne sono state distribuite 17.500). La stima è di circa 50.000 persone hanno percorso, nel 2022, la Via Francigena per almeno una settimana (rispetto alle 40.000 dell’anno precedente), arrivando da 40 diversi Paesi di tutto il mondo. I più numerosi, per ovvi motivi, sono gli italiani, ma la presenza internazionale è cresciuta e sta allargando i propri confini.
Tra i luoghi di provenienza dei possessori di credenziali, infatti, primi in classifica dopo l’Italia sono Francia, Stati Uniti, Spagna e Regno Unito, seguiti da Paesi Bassi, Germania, Canada e Australia. Ma sono arrivati anche camminatori delle Filippine, India, Brasile, Argentina, Cile, Sud Africa, Giappone, Nuova Zelanda. La Francigena sta diventando sempre più conosciuta e agognata in Paesi molto lontani, e chi dovesse intraprendere il Cammino farà bene a rispolverare almeno inglese e francese, per comunicare con il mondo che potrà incontrare.
Ma il fascino di questa Via così ricca di storia e di particolari da scoprire, disseminati nell’80% di territorio rurale attraversato, ha fatto breccia anche su un pubblico che non tutti si aspettano: quello dei giovani. Dei 50 mila camminatori del 2022 ben il 10% ha meno di 24 anni e il gruppo più consistente, il 22%, è quello che va dai 25 ai 34.
Come, quando e perché ci si mette in cammino
La maggior parte dei pellegrini sceglie di percorrere il cammino a piedi (87%), mentre altri preferiscono viaggiare in bicicletta (13%). Si tratta per il 56% di uomini e per il 44% di donne. A motivarli c’è, soprattutto, un impulso sociale, ed è la condivisione dell’esperienza (42%). Moltissimi sono quelli spinti da ragioni spirituali (41%) dall’attrattività culturale (36%) e da quella turistica (35%), un po’ meno quelli che hanno finalità di carattere ambientale (26%) o legate al lato sportivo.
Nel 2022 i pellegrini scelgono ancora di partire soprattutto in estate, anche se il Cammino è frequentato in tutti i mesi dell’anno: agosto (probabilmente per l’obbligatorietà delle ferie) è il periodo più popolare (17%), seguito da luglio (15%) e giugno (14%), ma molti partono anche a maggio (14%), aprile (13%) e settembre (12%).
E nonostante il viaggio in solitaria sia sempre più di moda, la maggior parte dei pellegrini sceglie ancora di viaggiare in un gruppo di 3 o più persone (54%). Il 31% preferisce camminare in coppia e solo il 15% da solo.
Una comunità virtuale e reale sulla strada per Leuca
Più giovani e più attenzione dal mondo. Cosa motiva queste due tendenze? Certamente aiuta l’allentamento delle restrizioni sui viaggi dopo la conclusione dell’emergenza Covid, ma altri due fattori sono decisivi, e sono entrambi riconducibili all’Associazione Europea delle Vie Francigene, che accomuna tutte le istituzioni, Associazioni e singole realtà che gravitano lungo la Via nell’obiettivo di cooperare, far rete e valorizzare il Cammino. Uno è il grandissimo slancio, sia in termini di coinvolgimento sia in termini di risonanza, impresso dalla marcia a staffetta “Road to Rome” nel 2021 in occasione del 20° anniversario dell’AEVF. L’altro è una crescente presenza della Via Francigena sui social media e sul web.
Il sito www.viefrancigene.org, il punto di riferimento più completo per chi è interessato al Cammino, ha attirato nel 2022 circa 700.000 utenti, con quasi 4 milioni di pagine viste. Costantemente aggiornato, contiene in 3 lingue (italiano, inglese e francese) tutte le indicazioni utili a chi vuole mettersi in marcia ed è il catalizzatore di tutte le nuove strutture ricettive e di ristoro che man mano si aggiungono ai servizi già presenti. Ma anche l’App, realizzata da AEVF e gratuitamente a disposizione di chi ne fa richiesta, è uno strumento molto apprezzato dai pellegrini, che l’hanno scaricata 15.113 volte. Anche in questo caso, nella classifica degli interessati i camminatori degli Stati Uniti sono secondi solo a quelli italiani.
Ma è l’ultimo nato, tra gli strumenti tecnologici, a mostrarci che grazie alla Francigena si è creato un circuito partecipativo che mette in contatto migliaia di persone da tutto il mondo. E’ la nuova community Facebook dedicata, lanciata da AEVF dopo Road to Rome 2021. La pagina ha contato oltre 8.000 iscrizioni nel solo 2022 ma soprattutto ha generato un flusso di contatti e interazioni che ammonta a 2.235 contenuti pubblicati, 9.011 commenti, 39.757 reazioni, in inglese, francese, italiano.
Basta collegarsi e si entra in un mondo solidale dove tutti si scambiano informazioni e consigli, scoprono o confidano quali sono i dubbi più ricorrenti, segnalano iniziative utili a chi fa accoglienza come i corsi per hospitaleri volontari, possono seguire l’impresa di Gerard, che partito da Parigi è arrivato a Bari per imbarcarsi verso Gerusalemme. La Guida cartacea rimane uno strumento insostituibile e vendutissimo ma la tecnologia sta determinando un particolare circuito in cui le persone si incontrano prima virtualmente e poi realmente o, al contrario, proseguono virtualmente la condivisione di un’esperienza vissuta, ritrovando, sul filo comune del Cammino dei Cammini, la bellezza di sentirsi parte di un tutto. “La Francigena – dicono con entusiasmo da AEVF – fa incontrare le persone, e per noi non potrebbe esserci traguardo migliore”.
A quando un osservatorio come quello del Cammino di Santiago?
Se sappiamo tutto questo, in gran parte lo dobbiamo alle credenziali. Questo passaporto del pellegrino – che consente di apporre un timbro ad ogni tappa, ritrovando un fascino antico del viaggiare, e dà accesso a varie facilitazioni – al momento è anche la principale fonte, forzatamente parziale, di rilevamento. I dati che ne derivano, come tiene a specificare la stessa AEVF, sono indicazioni di tendenza che fotografano una realtà in atto ma non possono fornirne le effettive dimensioni né avere la precisione di una rilevazione condotta da appositi istituti secondo criteri statistici e scientifici. Le credenziali restano un riferimento importante, visto che i punti di distribuzione AEVF in Europa sono passati in un anno da 95 a 115 e che dallo scorso anno anche il Vaticano le sta registrando all’arrivo dei pellegrini. Ma si può e si deve fare di più.
Nonostante l’indiscussa rilevanza di questa Via, non esiste oggi un Osservatorio che consenta di rilevare con precisione statistica presenze e tipologia dei suoi frequentatori, come invece avviene da tempo per il Cammino di Santiago. Da anni, AEVF auspica la creazione di uno strumento come questo, su scala nazionale o internazionale, che consentendo di conoscere nel dettaglio l’utenza consenta anche di migliorare ulteriormente l’offerta. Cosa che potrebbe rivelarsi utile anche ad altri, interessanti progetti di sviluppo del turismo. Speriamo che vengano fatti passi avanti.
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Vivo a Roma e in Trentino. Giornalista professionista, appassionata di outdoor, scrivo prevalentemente sulle tematiche legate alla montagna, al trekking e ai cammini. Mi piace condividere le meraviglie che incontro, e per questo collaboro all’organizzazione di trekking in posti poco conosciuti, dal Molise all’Australia.
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