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I Am Montanaro
Scritto da Alberto

Montagna e Città: due mondi molto diversi

Vivere in montagna è molto diverso dal vivere in città, non solo per quanto rigurada il panorama.

Ritmi, stili di vita e possibilità sono quasi agli opposti.

Io vivo da sempre in un paesino a 621 metri sul livello del mare, quindi tecnicamente sono in montagna, anche se per me casa mia non lo è.

Dove vivo io

Nella mia testa per poter dire di essere in montagna occorre arrivare almeno ai mille metri s.l.m, come minimo. Ma sono nato e cresciuto sulle Alpi cuneesi, da queste parti si arriva ai duemila senza grossi problemi. Se guardo dalla finestra di casa vedo un paio di vette intorno ai 1.200 raggiungibili in appena quattro chilometri di strada asfaltata. Certo la pendenza è notevole e se si affronta la salita in bicicletta non è così semplice. La discesa però è meravigliosa.

Ricordo ancora le gare di velocità da adolescenti, quando sia io che il mio pards Loris salivamo a fatica per poi buttarci giù, quattro chilometri agli ottanta all’ora su bici da corsa degli anni Ottanta con i cambi al telaio… Bei tempi.

Diciamo che mi sento di vivere in una terra di mezzo, fra la montagna e la città.

In mezz’ora di auto arrivo a Cuneo (per me è già una grande città), e in mezz’ora arrivo a 1.500 m.s.l.m., sono a metà strada fra i due mondi, e penso non ci sia bisogno di dire quale preferisco.

Mi capita di frequentarli entrambi, uno per amore e l’altro per necessità, e noto sempre più differenze sostanziali, non solo negli ambienti in sè, ma nelle persone che li abitano, nei problemi che affrontano, in come si comportano, il che è molto interessante.

Dico fin da ora che sarò di parte in questo articolo, da sempre adoro la montagna e spero un giorno di potermi trasferire definitivamente ad alta quota e dominare il mondo da lassù, quindi non sarò imparziale.

La mobilità

In città spostarsi è un problema, in montagna una risorsa.

Innanzitutto in montagna spostarsi può non essere fondamentale, questo dipende dalla propria attività lavorativa. Conosco persone che gestiscono attività agricole, di allevamento, di ristorazione o legate alla natura che riescono a vivere tutto l’anno in alta montagna scendendo a valle solamente una volta ogni tanto per fare rifornimenti. Niente viaggi per andare al lavoro, niente uscite al bar, cinema, parco, hanno tutto ciò che vogliono dietro casa. Se aprendo la porta vi trovaste di fronte alla natura selvaggia dubito che vorreste mettervi in auto e andare in un parco artificiale…

In città invece spostarsi è d’obbligo. Si esce dal condominio e bisogna andare al lavoro. Fare prima un tratto di strada a piedi, poi auto, poi trovare parcheggio e poi di nuovo a piedi, tutto prima ancora di iniziare a lavorare. I più ben disposti possono utilizzare mezzi simpatici come bicicletta, monopattini e skateboard (i più fighi?). Ci si trova però sempre in mezzo al traffico. Ci sono altre migliaia di persone che alla stessa ora devono spostarsi per andare al lavoro, e questo crea sicuramente problemi.

La scuola

La scuola è molto diversa. Io ho frequentato scuole piccoline fino alle superiori, quando invece sono andato a Cuneo. Questo punto è lo svantaggio più grande del vivere in montagna. I piccoli comuni montani non hanno risorse per poter gestire una scuola destinata solamente a un pugno di bambini. Spesso esistono una o due scuole per valle, fino alle scuole medie. Le superiori invece sono presenti solo in città. Questo si tradute in un bell’impegno in più per i giovani, soprattutto durante l’adolescenza.

Se fino alle scuole superiori ce la si può cavare con un viaggio di qualche chilometro, dopo la terza media occorre prendere il pulman e andare in città, tutti i giorni, per cinque anni.

La mia esperienza è stata piuttosto piacevole, da timido montanaro mi sono trovato in mezzo a una folla di persone in centro Cuneo, provenienti da tutta la provincia. È stata un’esperienza bellissima, sono cresciuto molto e vivere un po’ di più la città non ha fatto altro che amplificare il mio amore per la montagna.

Il lato negativo

Ricordo però che dovevo svegliarmi un’ora e mezza prima rispetto ai miei compagni cuneesi. Per arrivare entro le 8 dovevo prender il pullman alle 7 meno 10, quindi mi svegliavo alle 6:15, per tornare a casa il pomeriggio alle 14:30, sabato compreso. I miei compagni mi prendevano spesso in giro, perchè quando mi svegliavo loro erano ancora tranquilli fra le braccia di Morfeo. Ho imparato però a utilizzare il tempo sul pullman per portarmi avanti con i compiti, così da arrivare a casa senza troppo da fare.

Questo è uno dei più grandi svantaggi del vivere in montagna. Penso spesso che se mai avrò figli dovrò prendere una decisione per il loro bene. Ammiro molto al scelta dei genitori di una mia amica, che hanno vissuto in alta montagna finché lei non ha compiuto tredici anni, dopodiché si sono trasferiti in città per cinque anni e poi sono tornati fra i monti, devo dire che è una scelta molto saggia a mio avviso.

La stessa cosa vale per la sanità. Gli ospedali sono migliori nelle grandi città, così come medici e specialisti. Su questo punto però possiamo ottimisticamente e utopisticamente contare sul fatto che l’aria di montagna fa bene e ci si ammala di meno sui monti, quindi l’ospedale non serve granché?. In ogni caso per situazioni molto gravi esiste l’elisoccorso che in poco tempo può trasportarci nell’ospedale più vicino. Non parlo del suo utilizzo per soccorrere escursionisti che si sono persi o trovati in difficoltà, ma di persone che hanno problemi gravi di salute e che possono avere bisogno di interventi urgenti. Si spera sempre di non averne bisogno.

La vita sociale

La vita sociale in montagna non esiste.

Scherzo, o per lo meno esagero, ma nemmeno troppo. Se per vita sociale intendiamo bar, cene e discoteche allora sì, non esiste. Ci sono bar e ristoranti in montagna, ma sono spesso frequentati solamente da turisti, è difficile vedere autoctoni bersi qualcosa al bancone. La vita sociale in montagna è diversa.

Non bisogna scriversi su WhatsApp e concordare di trovarsi in quel posto. Si è talmente in pochi che ci si trova comunque, e solitamente basta uscire a fare due passi per incotrare qualcuno con qui scambiare quattro chiacchiere in simpatia. È più facile trovarsi a bere qualcosa a casa di qualcuno davanti alla stufa piuttosto che decidere di andare in un bar.

Per quanto riguarda tutte le attività sportive come la corsetta al parco e la palestra, in montagna basta uscire di casa e imboccare i primi sentieri, una bella camminata in mezzo ai boschi è un gran bell’esercizio.

Problematiche

Anche i pensieri e i problemi sono diversi. Se in città c’è il problema dell’essere in ritardo, degli autovelox, dell’opinione di superiori, colleghi e amici, dell’avere in vestito adeguato e fare le scelte giuste in montagna la questione è leggermente diversa.

Sui monti un problema può essere il gelo, che può rompere le tubature in inverno, oppure la neve che può far crollare i tetti, per non parlare delle valanghe. L’inverno è la stagione più problematica, ma anche nel resto dell’anno bisogna fare attenzione ai lupi, che si avvicinano sempre di più alle proprietà, specialmente se si allevano capre e galline.

Poi a seconda del lavoro che si svole si hanno diversi problemi, chi lavora nel digitale ha più o meno gli stessi dei lavoratori d’ufficio. Chi lavora nel naturale invece deve seguire le stagioni, prendersi cura della terra e degli animali nel modo corretto e può pagare un grande prezzo piccoli errori.

Conclusione

Come detto in precedenza sono di parte, amo la montagna. Ogni volta che parlo con persone che vivono in città, e lavorando da freelance mi capita spesso, mi stupisco della loro visione del mondo, molto diversa dalla mia. Ci sono problemi che per me non sono problemi, e viceversa. Le priorità sono diverse e così come gli impegni che si prendono, per me può essere molto importante una cosa che per loro non conta nulla, ma anche il contrario.

Montagna e città sono due mondi diversi, due stili di vita diversi. Purtroppo non è sempre possibile scegliere. Non possiamo decidere dove nascere né in che famiglia, dobbiamo crescere con ciò che abbiamo. Io mi ritengo fortunato nell’essere nato e nell’avere radici in montagna, ho già un posto da cui partire e spero un giorno di potermici trasferire definitivamente, magari nel giro di un paio d’anni.

Per una persona nata e cresciuta in città però la questione è molto più difficile. Acquistare una casa o anche solo un terreno è dispendioso, e lo è anche adattarsi ad uno stile di vita diverso.

Non solo cose belle

La montagna è dura, non è un caso che nel dopoguerra quasi tutti se ne siano andati a vivere in città. La scarsità di popolazione, le strade strette e maltenute, la scarsità di suole e ospedali, la lontananza dal mondo, per non parlare dei servizi energetici che non hanno la stessa efficienza della città possono mettere a dura prova l’amore per la montagna.

Non solo internet è lento, ma mi è capitato molte volte di trovarmi senza corrente elettrica in inverno, specialmente durante temporali o nevicate. Bisogna metterlo in conto e imparare che si può anche vivere senza.

Alla fine questo articolo è diventato un elogio alla montanga. Ci tengo però sempre a specificare che per quanto bella e romantica sia la vita sui monti, è fisicamente molto più dura rispetto alla vita in città. Occorre imparare a cavarsela da soli, senza contare su nessuno.

Se fisicamente è più dura, mentalmente è una passeggiata.

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Alberto
Alberto

Ho un diploma in Informatica e una laurea in Teologia. Di mestiere sono uno Web Developer, nel tempo libero mi dedico alla montagna e alla scrittura. instagram | Sito Web


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