Il meteo in montagna, quanto è importante per il trekking?
I Am Montanaro
Scritto da Adriano Festa

Il meteo in montagna, quanto è importante per il trekking?

Quanto è importante il meteo quando stiamo effettuando un trekking o un’escursione?

Direi tantissimo! Piogge, bufere e altri eventi tipici della montagna influenzano e modificano l’ambiente e il terreno in cui si trovano gli abitanti dei monti e gli escursionisti, mettendo spesso a dura prova le loro capacità fisiche e mentali.

Molti dei pericoli per chi frequenta la montagna sono connessi ai fenomeni meteorologici; questi pericoli determinano conseguenze, a volte anche gravi, a seconda della preparazione tecnica, dell’allenamento, delle condizioni psico-fisiche del momento, della capacità di interpretazione dei segnali della natura e della capacità decisionale.

Si capisce quindi che il livello di sicurezza può aumentare grazie ad una giusta percezione e interpretazione dei segnali che arrivano dall’ambiente in cui ci si trova.

Fino a qui tutto chiaro.

Ma quanti di noi sanno che la sicurezza, deriva anche dalla capacità di osservazione e non solo dalla preparazione tecnica?

Riconoscere la situazione

Essere in grado di riconoscere situazioni di pericolo consente di adottare comportamenti che riducono i rischi. Un elevato livello di sensibilità nei confronti dei segnali che provengono dall’ambiente naturale permette di guadagnare tempo.

E’ importante tuttavia tener conto che le nostre capacità di percezione possono essere alterate sia dalle condizioni meteo che da quelle soggettive, come l’umore, la stanchezza fisica, lo stress e altri fattori. Non meno importanti sono anche la disponibilità che abbiamo verso chi ci accompagna, la pressione esercitata dal gruppo o il senso di competitività. Ho elencato elementi anche meno ovvi ma che vanno ad incidere in maniera determinante sulle decisioni che prendiamo in un dato momento.

Tipologie di pericoli

A seconda che il fenomeno meteorologico agisca direttamente sulla persona o solo dopo aver provocato dei cambiamenti sul terreno, si distinguono i pericoli chiamati diretti (nebbia, freddo, caldo, vento, precipitazioni, radiazioni solari, tuoni e fulmini) e quelli indiretti (caduta sassi, crollo di alberi, rami, valanghe, presenza di situazioni difficili, animali).

Saper osservare il meteo in montagna durante i trekking è molto importante e può aiutarci a evitare una serie di pericoli.

C’è da evidenziare che i pericoli indiretti si possono presentare anche con condizioni meteo eccellenti.

La visibilità quando si cammina in natura è molto importante. Varia nello spazio e nel tempo ed è influenzata da molti fattori. La nebbia, la pioggia, le nuvole basse o le fitte nevicate. Anche le forti radiazioni solari possono compromettere la visibilità. La situazione può divenire critica soprattutto in inverno quando non abbiamo punti di riferimento chiari o continui. Infatti, se ci pensiamo, l’orientamento è facilitato da punti o oggetti che assorbono la luce come rocce o alberi, mentre è ostacolato da ciò che riflette la luce come la neve, il ghiaccio o la roccia uniforme.

Che cos’è il Whiteout?

Il termine inglese “whiteout” definisce le particolari condizioni meteo in cui la visibilità e i contrasti sono ridotti. Lo sono in tutte le direzioni a causa della neve o della luce diffusa dalle nuvole, quando il cielo è coperto.

Le nevicate e il trasporto della neve col vento possono causare questo fenomeno che, ho visto, si può verificare anche in assenza di precipitazioni.

Può capitare ad esempio quando la luce intensa e diffusa ci confonde e ci fa perdere la capacità di definire gli ostacoli e le distanze. Questo fenomeno è amplificato al massimo quando ci si trova in un terreno innevato senza particolare pendenza e con poca luce.

Inoltre la neve ovattata riduce anche la velocità delle onde sonore facendoci perdere ulteriormente i riferimenti.

Quando si presenta il whiteout non ci sono scampi! L’unica cosa da fare è muoversi con estrema cautela fino al primo punto di riferimento e attendere. Un punto di riferimento può essere qualsiasi elemento riconosciuto. Per fare questo però è necessario conoscere davvero a fondo il terreno in cui ci si muove.

Per esperienza personale dico che anche dove si conosce bene il territorio, con il whiteout non si scherza affatto. quando è bel tempo va tutto bene e tutti possono andare praticamente ovunque. Attenzione, attenzione, attenzione e affidatevi ad accompagnatori competenti, preparati e che conoscano il territorio.

Saper interpretare i segnali e capire il meteo è molto importante nel trekking.

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Adriano Festa
Adriano Festa

Nato e cresciuto con i boschi e le montagne fuori dalla porta di casa. Ha trascorso la giovinezza dentro e fuori il negozio di articoli sportivi e da montagna che la famiglia gestiva in piccolo un paese di confine, nella zona delle Alpi Giulie. Nel 2010 ha conseguito l'abilitazione regionale di Guida Naturalistica in Friuli Venezia Giulia e subito dopo nella regione in cui abita e lavora da qualche anno, il Veneto. Dal 2009 al 2015, pur continuando ad accompagnare in trekking in Italia ma anche all'estero, ha lavorato come referente tecnico e commerciale per un'importante multinazionale dello sport, nel settore dello sci di fondo. Dal 2017 lavora nel settore del turismo naturalistico con il proprio brand Happy Owl Tracks, tramite il quale accoglie turisti e visitatori "green" e offre servizi di accompagnamento e formazione in natura a tour operators, associazioni, scuole, aziende e agenzie di viaggio.

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