Stretching dopo trekking: quanto è importante farlo?
Che meraviglia tenersi in forma con una bella traversata in montagna o percorrendo sentieri selvaggi e coinvolgenti da soli o in compagnia. Ogni stagione è davvero ottima per andare in cerca di nuove mete e allo stesso tempo mettere in moto il proprio corpo. Ma dopo uno sforzo prolungato di questo tipo, non è consigliato tornare alla vita di tutti i giorni senza un po’ di sano stretching dopo il trekking.
Molti sportivi pensano che vada fatto solo prima dell’attività ma non è una convinzione fondata. Svolgerlo anche dopo la fatica del trekking, ha tanti benefici che forse non conoscete e che sono confermati da esperti del settore.
Per questo, vogliamo parlarvene più diffusamente in questa guida.
Continuate a leggere e scoprirete quanto sia importante fare stretching dopo il trekking e avrete a disposizione la nostra top 3 con gli esercizi pratici da fare a casa vostra. Semplici ed efficaci.
Indice:
Stretching dopo trekking: perché farlo?
Fare stretching dopo il trekking ha un ruolo pari a quello che va realizzato prima di iniziare la vostra escursione o pratica all’aperto. Anzi, alcuni medici dello sport parlano di riscaldamento per la fase pre-sport e di stretching vero e proprio solo per la fase di ritorno dal movimento.
Il giusto defaticamento post attività favorisce il recupero fisico, interessando i gruppi muscolari sforzati durante l’attività sportiva. In più, se fatto come si deve permette la rimozione dell’acido lattico che si è accumulato nelle fibre muscolari quando eravate in fase di movimento prolungato.
Un altro motivo non da poco per perdere 10-20 minuti prima del relax, riguarda il sistema circolatorio. Con lo stretching il flusso sanguigno verrà potenziato e sarete più liberi dalla cellulite e dal rischio di vene varicose.
Se volete raggiungere un rilassamento fisico e mentale, lo stretching fa sicuramente per voi. Per non parlare del fatto che vi eviterà o comunque limiterà fastidi fisici, strappi e i temibili infortuni, che potrebbero bloccare i vostri slanci atletici.
Vogliamo anche aggiungere che, al di là dello sport, tutti dovrebbero praticare lo stretching e l’allungamento muscolare nei ritagli di tempo, per sfuggire allo stress e ai problemi quotidiani. Riuscire a controllare il proprio corpo e avere energia in più non può che agevolare ognuno di noi, specie in tempi di smartworking.
Esercizi da fare dopo trekking
Prima di vedere gli esercizi da fare dopo il trekking, vogliamo fornire qualche consiglio generale.
Già pochi minuti prima di terminare la vostra attività, è importante cercare di rallentare il passo e il ritmo. Parliamo del classico defaticamento.
Prima di passare alla fase del riposo, resistete altri 10 minuti per un po’ di allungamento muscolare, almeno per i muscoli più grandi e operate una decontrazione di collo, spalle e vertebre. Prendetevi del tempo anche per brevi esercizi di respirazione.
Ecco allora 3 tipologie di stretching da fare dopo il trekking. Ricordandovi che questo tipo di allenamento non deve fare male quindi quando avvertite fastidio, consigliamo di fermarvi per non sforzare inutilmente la parte del corpo interessata.
1) Stretching per i flessori anca
Il primo esercizio riguarda i flessori dell’anca. Mettetevi in piedi su una sola gamba, il ginocchio va piegato all’indietro e la punta del piede poggiata su una superficie stabile.
Dovete contrarre gli addominali così da avvicinare l’ombelico alla spina dorsale, poi spostate le anche in avanti fino a far tendere i muscoli superiori della coscia.
Questo tipo di stretching è un toccasana per la parte lombare ed è utilissimo per chi soffre di dolore femoro-rotuleo, il cosiddetto ginocchio del corridore.
L’esercizio può essere fatto anche in ginocchio a terra ma per chi ha qualche problema in quella zona specifica, meglio svolgerlo in piedi.
Stretching del muscolo piriforme
Per questo esercizio dovrete sdraiarvi a terra. Porterete il ginocchio verso la spalla opposta per arrivare a sentire il muscolo esterno della coscia in tensione.
Grande utilità di questo stretching è riconosciuta per i muscoli laterali ed esterni dell’anca così come i glutei. Aspetti positivi sono da sottolineare per chi soffre di infiammazioni alle anche o dolore lombare.
Per finalizzare al meglio questo allenamento, il vostro ginocchio va portato non solo verso l’altro ma verso il corpo. Così avrete benefici anche per ciò che concerne i muscoli delle anche.
Stretching per il soleo
L’ultimo esercizio di questa top 3, coinvolge il soleo, un muscolo della gamba. In piedi, di fronte a un muro, tenete le gambe leggermente divaricate, in seguito dovrete piegare le ginocchia. Piano piano le fletterete sempre di più, spostando il peso in avanti. A quel punto si tenderà il polpaccio inferiore.
Secondo gli esperti, l’esercizio previene le fasciti plantari e il dolore al tendine d’Achille. Inoltre, nelle vostre successive attività noterete un miglioramento del movimento della caviglia. Il soleo sarà così elastico e vi donerà maggiore energia in ogni momento del vostro amato trekking.
Cosa può succedere se non si fa stretching?
Ma cosa succede se si evita di praticare lo stretching quotidianamente? Di rischi ce ne sono molti. Vediamo quelli più comuni in questa parte finale.
Cominciamo con i problemi di postura. Chi non fa stretching ha più probabilità di assumere una postura sbagliata e di ingobbirsi. Se la schiena non è allineata perfettamente, si può incorrere in lombalgia, dolori al collo.
In secondo luogo, è più semplice infortunarsi. I muscoli tendono ad affaticarsi se non riscaldati prima e dopo lo sforzo fisico e resistono meno alla fatica. Rifiutarsi di fare stretching dopo l’attività costringe i muscoli a un brusco passaggio dal riposo al movimento e questo può causare borsite o tendinite.
A livello generale, avere una scarsa flessibilità peggiora la prestazione sportiva. Se i muscoli non si allungano il più possibile, c’è il concreto rischio di perdere resistenza. Infine, il miglioramento della circolazione, fondamentale per compiere i movimenti, si annulla senza questi esercizi.
Conclusioni
Bene, siamo alla fine di questa guida. Speriamo l’abbiate trovata utile.
E voi escursionisti o runners, avete qualche consiglio in più da proporre? Fatecelo sapere nei commenti o nella nostra Community su Facebook e condividete la vostra esperienza con noi!
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Appassionato da sempre di montagna, sono co-fondatore di Attrezzatura Trekking.
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