Come camminare su terreni difficili
In salita o in discesa non è sufficiente camminare passo dopo passo come se niente fosse. Bisogna seguire qualche accorgimento e consiglio adatto allo specifico terreno incontrato. Per questo abbiamo preparato una guida con qualche tecnica utile a chi si avvicina a questa passione o chi vuole rinfrescarsi le idee. Continuate a leggere e scoprite qualche consiglio per camminare su terreni difficili, evitare infortuni e vivere al meglio le vostre attività outdoor.
Indice:
Consigli generali
Cominciamo questa guida per camminare su terreni difficili, con qualche consiglio generale per una giusta andatura e progressione lungo percorsi difficoltosi.
Prima di tutto, appoggiate sul terreno la pianta del piede, nella sua quasi totalità. Questo serve a migliorare l’equilibrio, risparmiare energie e ottenere più aderenza al suolo.
In secondo luogo, mantenete un ritmo corretto. Cioè un’andatura continua per tutta la durata del vostro tragitto. Senza tralasciare le pause.
Queste dovrebbero essere minime, per non spezzare il ritmo. Inoltre fatele coincidere con gli orari dei pasti. Per 3 ore di camminata, pensate ad almeno 15 minuti di pausa.
Se sentite di avere il fiatone, qualcosa non torna. Rallentate il passo e respirate più lentamente e con cura.
Tecniche per i terreni scivolosi
Uno dei rischi principali di camminare su terreni difficili è quello di scivolare. Per limitare al massimo quest’eventualità ecco qualche consiglio.
Di solito, di fronte ad un terreno ripido e sdrucciolevole, si è portati a portarsi all’indietro col busto e il baricentro. Così però i piedi perdono aderenza e scivolano in avanti.
L’aderenza, infatti, non è collegata solo alle suole di scarpe o scarponi ma dal peso che viene scaricato sui piedi. Fondamentale è mantenere una pressione costante sui punti di appoggio, più aumenta e minore è il rischio di scivolare.
Su terreni scivolosi consigliamo di tenere le ginocchia piegate e flettere il busto in avanti. In questo modo il baricentro rimarrà in una posizione adeguata, cioè sopra i piedi.
In secondo luogo, va considerato il tipo di passo da utilizzare. Gli esperti sottolineano la rilevanza del mezzo passo. Di cosa si tratta?
Il busto e i piedi dovranno essere posizionati in direzione laterale rispetto al pendio; il piede più in alto verrà caricato di maggior peso di quello inferiore. In seguito, il baricentro si sposterà verso valle, caricando il piede basso.
Incrociare il passo
In certe occasioni, oltre al terreno scivoloso si può incorrere in luoghi dall’inclinazione proibitiva. In questi casi, la salita risulta pericolosa e instabile.
Prodursi in una camminata normale non può che peggiorare la sensazione di fatica e la perdita di aderenza. La superficie della suola, infatti, si riduce proporzionalmente all’aumento di pendenza. Ci viene in aiuto un escamotage tecnico per affrontare l’inclinazione del terreno, un camminare di traverso o passo incrociato.
Posizionatevi con i piedi ed il bacino ruotati a destra o a sinistra rispetto alla linea di salita.
Quali sono i vantaggi? Il piede fa da punto di appoggio e acquista sempre un buon contatto col terreno. Si va avanti spostando il bacino e portando tutto il peso sul piede a monte, quello superiore insomma. Poi, si muoverà il piede a valle incrociando le gambe e spostandolo più in altro rispetto al piede d’appoggio. Infine, uno spostamento a monte del bacino. Così il peso verrà caricato sul piede incrociato e verrà effettuato un altro spostamento verso alto.
Il piede a banana
Per camminare su terreni difficili e su terreni ripidi, un’altra tecnica che può rivelarsi vantaggiosa è quella della camminata in traverso. Quella, per capirci, che si serve del “piede a banana”.
Anche qui, il fattore da monitorare è l’aderenza. Camminando con busto e piedi rivolti in direzione di marcia, il baricentro si sposta verso monte limitando di molto l’aderenza del piede a valle. Inoltre, questo può portare a scivolare e a farsi male seriamente. Come evitarlo?
Ci viene in soccorso proprio il piede a banana. Fate così. Procedete tenendo il piede a valle ruotato verso l’esterno e avrete un effetto stabilizzante e un maggiore equilibrio.
Il piede, in questo modo, sfrutta tutta la superficie della suola e guadagna aderenza. E’ una tecnica che permette un appoggio “di piatto” e non di taglio della vostra estremità.
In più, c’è un altro fattore. A ruotare, non sarà solo il piede. Verrà facilitata la rotazione e il piegamento, seppure leggero, del busto verso valle. E il baricentro sarà stabile sul punto d’appoggio.
Arrampicarsi
Per chi non è avvezzo alle arrampicate ma si trova costretto, di fronte a piccole rocce o saltini, è utile qualche dritta in merito. Vediamo di cosa parliamo.
Per affrontare piccoli tratti di semplice arrampicata fate attenzione all’uso delle mani. Tenetele in basso, affinché possano raggiungere gli appigli posizionati all’altezza della testa. Poi salite con i piedi e spingete con le gambe (evitando di tirare con le braccia), sempre alla ricerca di appigli presenti più in alto.
Per quanto riguarda il saltino in discesa, importante è portarsi verso il bordo. In seguito, tenere i piedi ben alti, abbassare le mani e portare in fuori il fondoschiena. La visuale sarà ideale per monitorare gli appoggi sottostanti da raggiungere. In questa posizione, verrà garantita maggiore aderenza e pressione sul piede di appoggio.
Terreni con vegetazione
Può capitare di trovarsi a camminare su canaloni asciutti o altro tipo di vegetazione più o meno ostacolante.
In questi casi, consigliamo di tenere gli occhi aperti. Osservate il terreno, in cerca di buche, tronchi, pozzanghere o altri ostacoli. Considerate di intraprendere strade alternative, se è proprio impossibile attraversare il terreno.
In caso si possa camminare, avanzate in diagonale verso il basso se siete in gruppo. Alzate bene i piedi, evitate zaini troppo gonfi e proteggetevi con indumenti idonei.
Eccoci arrivati alla fine di questa guida. Vorremmo sapere cosa ne pensate. In più se avete qualche altro consiglio da proporre, siamo tutt’orecchi. Fatecelo sapere nei commenti qui sotto.
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Appassionato da sempre di montagna, sono co-fondatore di Attrezzatura Trekking.
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